All’inizio con grande pena e sconcerto: si dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i propri gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le proprie intenzioni, infine che proprio le cose su cui facciamo affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire.Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà l’allievo a scrollarsi tutto di dosso, a restare ‘vuoto’ per accogliere, quasi senza accorgersene, l’unico gesto giusto, che fa centro – quello di cui gli arcieri Zen dicono: “Un colpo – una vita“.
In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell’arciere e il bersaglio da colpire è l’arciere stesso.